Martin Fierro vince la selezione ufficiale dell’edizione numero undici del Future Film Festival a Bologna. Un tratto grafico originale che ha avuto la meglio sulle fantasie surreali di Bill Plympton nel suo Idiots & Angels, vicenda dove un uomo (nella foto) passa il suo tempo al bar molestando i clienti e imparando a convivere con un paio d’ali che gli spuntano giornalmente sulla schiena. Un’altra mosca da bar più famosa, Steve Buscemi, ha dato la voce assieme a John Cusack e John Cleese ai personaggi di Igor, primo lungometraggio animato interamente dalla francese Sparx Animation Studios.
Nella marea di offerta dal profondo Oriente, si erge per la complessità e la solida struttura narrativa Sword of the Stranger, lungo in concorso di Masahiro Ando, presente a Bologna. “Sono molto contento – ha detto Ando – di portare il mio film in Italia, la patria di due dei miei registi preferiti: Leone e Corbucci”.
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Chi esce vincitore dalla 65 Venezia è colui che ha incassato meglio le critiche piovute sulla Mostra dal primo giorno. Wim Wenders e soci premiano la coppia Aronofsky-Rourke con The Wrestler, costruito sul ritorno di un lottatore professionista venti anni dopo l’ultimo incontro e un uomo in cerca di punti fermi. Il film di Aronofsky parte declinando una serie di cliché tipici dei loser e prende forza per stare in piedi fino alla fine. Cast perfetto per le sue esigenze, uno splendido bolso Mickey Rourke nel suo ruolo più autobiografico, il premio Oscar Marisa Tomei e l’ex tredicenne Evan Rachel Wood.
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L’inizio targato Coen della 65esima Venezia, ha stampato sul volto degli spettatori un sorriso allegro di spensieratezza. Burn after Reading si è rivelata un'ottima scelta del direttore Müller, soprattutto per averlo accoppiato con il corto di Manoel de Oliveira, incisivo e fulminante come un sms notturno.
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E' tutto pronto ormai per la quarta edizione del
Biografilm Festival - International Celebration of Lives, che si terrà a Bologna presso la Cineteca dall'
11 al
15 giugno. Un programma ricco di anteprime italiane e internazionali di film biografici da scoprire sul grande schermo.
La sigla di apertura dell'edizione 2008 riprende la tematica di fondo dell’edizione di quest’anno, rielaborando in chiave contemporanea l’immaginario iconico degli anni ’80, affidandosi alle immagini di Edo Bertoglio e della Factory di Andy Warhol.
L' approccio grafico estremamente moderno rende, a distanza di 20 anni, questa sigla una riflessione e rielaborazione di quel periodo storico, perfetta espressione di un festival che si pone come riflessione su personaggi, eventi storici e movimenti culturali.
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Si è chiuso ieri il 56° Festival di Berlino, con una vittoria a sorpresa: ad aggiudicarsi l'Orso d'oro è stato il film bosniaco Grbavica di Jasmila Zbanic. Anche quest'anno la giuria ha scelto una storia dai risvolti politici e umanitari: la vicenda è quella di una madre e di una figlia costrette a confrontarsi con gli orrori della guerra nei Balcani. Confermate invece le impressioni generali sul premio alla regia: Michael Winterbottom e Mat Whitecross per The Road to Guantanamo hanno ottenuto il riconoscimento con un largo consenso. Notevole anche la vittoria casalinga, per i talenti tedeschi: Orso d'Argento per Moritz Bleibtreu, nel ruolo di un'insegnante con disturbi sessuali in The Elementary Particles, mentre, per la giuria, la miglior attrice è stata Sandra Hueller in Requiem, basato sulla vera storia di una ragazza sottoposta ad esorcismo dopo un'esaurimento nervoso.
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Dopo un inizio in tono minore, la 56° Berlinale comincia a calare i propri assi. Con reazioni positive è stato presentato, in concorso, il nuovo film di Altman: A Prairie Home Companion, che dovrebbe arrivare nelle nostre sale ad aprile. Il film è la storia degli ultimi giorni di attività, prima della puntata finale, di uno show radiofonico di musica country molto popolare negli USA. Cast d'eccezione da segnalare: Tommy Lee Jones, Kevin Kline, Meryl Streep e Robin Williams, fra i tanti protagonisti di questo film corale. Convince anche il film bosniaco in concorso: Grbavica, sul dramma della guerra nei balcani. Controversa reazione della stampa a Romanzo criminale di Michele Placido: pochi applausi, ma molto interesse espresso dai giornalisti stranieri in conferenza stampa. La molto attesa proiezione de La guerra dei Fiori Rossi, produzione italiana diretta da Zhang Yuan, ha suscitato grande entusiasmo: si tratta della divertente storia di un gruppo di bambini, interamente girata in un asilo.
Michael Winterbottom si confronta invece con coraggio con la storia di tre musulmani pachistani ingiustamente imprigionati a Guantanamo: The Road to Guantanamo è senza dubbio un film di cui si parlerà sui giornali di tutta Europa.
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Presentati i primi due film in concorso: l'inglese Snow Cake e il danese En Soup.
Nel primo, l'autore britannico Marc Evans racconta la storia di un uomo inglese di mezza età (Alan Rickman), 'alieno' in Ontario, la cui vita verrà sconvolta dalla morte accidentale di un'autostoppista. Complesso dramma sentimentale sul senso di colpa e sulla tematica dell'autismo, vede fra i suoi protagonisti Sigourney Weaver e Carrie-Anne Moss. Nelle prime giornate del festival da segnalare anche, nella sezione Forum Expanded, l'ultimo lavoro di Amos Gitai: News From Home conclude la trilogia del regista israeliano sul tema della casa, iniziata con House (1980) e proseguita con A House in Jerusalem (1998). La trilogia di Gitai farà anche parte di una video-installazione presso il museo d'arte contemporanea di Berlino.
Pubblico e critica accorsi in massa per Syriana: intricata spy story diretta da Stephen Gaghan ed interpretata da George Clooney.
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E' iniziato ieri il 56° Internazionale Filmfestspiele Berlin. La giuria che assegnerà gli ambiti Orsi, d'oro e d'argento, sarà presieduta dall'attrice Charlotte Rampling. A completare la prestigiosa commissione, il regista di film sperimentali e videoartista Matthew Barney, il produttore indiano Yash Chopra, la regista olandese Marleen Gorris, il direttore della fotografia polacco Janusz Kaminski, che ha lavorato negli ultimi film di Steven Spielberg; l'attore tedesco Armin Mueller-Stahl, attore utilizzato da Fassbinder e Costa-Gavras, il produttore americano Fred Roos, ed infine l'attrice coreana Lee Yeong-ae, sorprendente protagonista di Lady Vendetta. Il direttore della Berlinale, Dieter Kosslick, si è detto felice di proporre "opere di registi famosi accanto a lavori di giovani cineasti", ed anche quest'anno vedremo film hollywoodiani (a ridosso della prossima assegnazione degli Oscar) accanto a film giovani, spesso a contenuto politico.
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Si è tenuta a Bologna la quarta edizione di
Officinema Festival nei giorni 24-26 e 27 Novembre. La mostra dedicata alle cinematografie indipendenti nazionali ed internazionali è stata caratterizzata da un susseguirsi di proiezioni ed emozioni.
Tre giorni intensi, dedicati al cinema e alla sperimentazione. Il festival, promosso dalla
Cineteca di Bologna e dalla
Mostra del cinema libero, si è articolato in diverse sezioni, nate, ognuna, per dar spazio e visibilità alle diverse tipologie di ricerca cinematografica. A dar lustro al percorso svolto in tanti anni da questa splendida fucina di talenti, ci ha pensato il cineasta americano
Martin Scorsese, presente a Bologna per ricevere la laurea ad honorem in Dams Cinema, Televisioni e Produzioni multimediali, e per la prima del film documentario
No Direction Home: Bob Dylan, opera sulla vita del celebre cantautore folk.
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Si è tenuta il 24 novembre sera a Bologna, nel corso della giornata inaugurale di
Officinema Festival, la prima nazionale del film documentario
No direction home: Bob Dylan. Ospite d'eccezione il regista americano Martin Scorsese, autore dell'opera dedicata alla vita di Bob Dylan. Nella cornice del Medica Palace, Gianluca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna e il Professor Franco La Polla, dell'Università di Bologna, hanno introdotto il cineasta newyorkese, rimarcando degnamente il suo straordinario lavoro in quasi mezzo secolo di carriera.
Il regista ha inizialmente descritto le fasi di realizzazione del film, sottolineando l'importanza del contributo di David Tedeschi, responsabile del montaggio, e ha successivamente discusso alcune delle scelte stilistiche che caratterizzano il documentario.
Questo film è un atto d'amore, ha aggiunto,
che inizialmente non volevo fare. Mi ha convinto Jeff Rosen, manager e amico di Dylan da 26 anni, che è venuto da me con tanto materiale inedito d'archivio e un'intervista di 5 giorni e 10 ore che lui stesso aveva realizzato a Dylan. Quella sarebbe stata l'ultima che il cantautore avrebbe concesso, l'ultima occasione nella quale avrebbe parlato di se e della sua carriera. Avevo un'unica condizione: terminare il racconto al 1966. Quindici minuti di forte emozione per il pubblico presente in sala davanti al regista che ha riportato a New York, e nella east-cost, un cinema made in USA molto vicino alle cinematografie indipendenti.
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Tratto da un'intervista di cinque giorni al cantautore che ha sconvolto l'America negli anni della protesta giovanile, il film rappresenta
le memorie dello stesso Dylan che ripercorre, con sincerità e malinconia, i momenti del successo improvviso e quelli della contestazione subita. Scorsese suggerisce al pubblico una potenziale chiave di lettura del film: gli occhi di Dylan, specchio di un anima turbolenta e turbata. Le differenze sul volto del cantautore di oggi e quello degli anni Sessanta pesano come macigni. Un'adolescenza perduta, rubata forse, quella che il cantante folk più famoso nel mondo si è visto osannare, lodare e d'un colpo togliere. Il film, della durata di tre ore e trenta minuti, ripercorre quei meravigliosi sei anni (dal 1961 al 1966), che lanciarono un giovane del Minnesota nell'Olimpo della musica, vedendolo usato troppo spesso come mentore di una rivoluzione i cui semi stavano ancora germogliando.
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Marco Müller e
Davide Croff hanno commentato con soddisfazione l'esito della
62. Mostra d'Arte Cinematografica. Il Festival di Venezia ha registrato infatti numeri di tutto rispetto: 15.000 presenza giornaliere, 8.000 accreditati di cui 2.500 giornalisti (e 1.100 della stampa estera).
Müller si è detto particolarmente soddisfatto per il risultato pluralista della giuria e sottolinea di non essere mai intervenuto sulle decisioni, tranne per una questione di regolamento riguardo al Leone speciale ad
Isabelle Hubert.
Anche Croff si è detto soddisfatto per il perfetto funzionamento di tutta la struttura organizzativa e per come si vada sempre più confermando la linea imposta dal direttore Müller.
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La
62. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia si avvia alla conclusione. Al penultimo (o terz'ultimo; il bravo cronista inizia a perdere i conti) giorno porta in scena ben tre film del concorso: il russo
Garpastum, l'italiano
La bestia nel cuore e il cinese
Changhen ge (Everlasting Regret).
Mettiamo subito le mani avanti, è difficile che uno di questi tre film vinca il Leone d'Oro quest'anno. Arrivati quasi alla fine del festival la pazienza del bravo cronista (e probabilmente del bravo giurato) si assottiglia e si fa maggior fatica a digerire film impegnativi (il russo e il cinese) e non del tutto riusciti (
La Bestia del Cuore).
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Alla
62. Mostra del Cinema di Venezia è di scena, dopo Manoel de Oliveira, il secondo film portoghese in concorso,
Il Fatalista di Joao Botelho. Dietro entrambi c'è la sapienza produttiva di Paulo Branco, vero demiurgo del cinema lusitano.
Il Fatalista è un libero adattamento del libro di
Denis Diderot e racconta di Tiago, autista di un uomo d'affari, e dei suoi racconti sul senso della vita, sulle donne e sulla morte. Portando in giro il proprio padrone, in un Portogallo misterioso e affascinante, Tiago racconterà le sue storie e incontrerà altri narratori, e narratrici, portatori di affabulazioni e riflessioni.
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Serata mondana ieri sera al Lido di Venezia. In un tripudio di mele e candele si è svolta la festa del film
Mater Natura, passato alla
20. Settimana Internazionale della Critica.
Oltre 1800 persone hanno festeggiato fino all'alba in compagnia di
Massimo Andrei, regista del film, e degli interpreti
Maria Pia Calzone e della divissima
Vladimir Luxuria.
Poppen DJs, che hanno animato la serata, sono venuti appositamente dal
Gender Bender Festival.
Tutta la serata è stata una produzione
The Culture Business - FanaticaboutVenice.
Continua qui sotto per le immagini della festa
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La
Cineteca del Comune di Bologna è presente al Lido di Venezia presso lo stand di
Fanaticaboutfestivals.it. Nello spazio Movie Village, ai piedi del Casinò, sono disponibili tutte le informazioni sulle prossime edizioni dei festival promossi e organizzati dalla Cineteca.
Dal 24 al 27 novembre vi aspetta la nuova edizione dell'
OFFICINEMA FESTIVAL che, con le sue tre principali sezioni, la
Mostra delle scuole europee di cinema, visioni italiane e il premio Luca de Nigris per le scuole elementari, medie e superiori, costituisce un laboratorio di ricerca sulle nuove frontiere dell'audiovisivo, sui progetti e le idee sperimentali. Il Festival ospiterà, inoltre, il Premio Solinas per la sceneggiatura e verranno annunciati i lavori che si contenderanno il primo premio.
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Presentato nella sezione
Orizzonti della
62. Mostra Internazionale d'Arte Cinmeatografica di Venezia il film
Everything is Illuminated di Liev Schreiber.
Alla morte della nonna l'introverso Jonathan Safran Foer intraprende un viaggio in Ucraina allo scopo di trovare la donna che salvò la vita di suo nonno nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Ad aiutarlo nella sua impresa una strampalata azienda familiare di Odessa, gestita da nonno e nipote, specializzata nel portare ricchi ebrei americani sulle tracce delle proprie origini.
Il viaggio diventerà un occasione, per tutti i suoi componenti, di scoperta di inaspettate verità e di ricordi rimossi.
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Serata particolare alla 62. Mostra del Cinema di Venezia. Terry Gilliam ha presentato, in concorso,
Brothers Grimm, la sua personalissima rivistazione dei favolisti tedeschi.
Nell'immaginario dell'ex
Monthy Phyton i due fratelli Grimm sono truffatori che inscenano possessioni demoniache e apparizioni di streghe per poter effettuare costosi esorcismi. Il successo li sorride finche non vengono chiamati, dall'esercito napoleonico occupante, a risolvere un vero caso di stregoneria: nove bambine misteriosamente scompare all'interno di una tetra forsta.
Brothers Grimm è un film ferito che mostra ogni attimo le sue cicatrici. Le disavventure produttive che lo hanno accompagnato (nei ritagli di tempo Gilliam ha girato
Tideland) ne fanno a tutti gli effetti un film ritornato a noi dal regno dei morti.
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Inizia a delinearsi uno dei temi di questa
62. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica: la voglia di riccolocare i grandi archetipi della narrazione. Se Ang Lee nei giorni passati ha voluto riraccontare la Storia D'Amore inquadrandola nell'ottica omosessuale, ieri sera Park Chan-wook ha portato in scena la
Vendetta nella sua forma più pura con lo straordinario
Sympathy for Lady Vengeance.
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David Cronenberg ha presentato ieri pomeriggio, presso lo spazio Italia all'Hotel Excelsior, il libro
Red Cars, una sua sceneggiatura inedita risalente agli anni di Crash. Il film, mai realizzato, era ispirato alla a rivalità tra i due piloti della Ferrari del 1961, Graham Hill (padre di Damon) e il tedesco Wolfgang Von Tripps. Ora, a dieci anni di distanza,
Red Cars prende vita sotto forma di libro che ripropone, attraverso una suggestiva grafica, il testo della sceneggiatura, accompagnata da una selezione di 194 immagini, tra fotografie tratte dall'archivio della Ferrari, disegni di motori, spaccati tecnici e altro materiale iconografico. Il libro, un oggetto da collezione, è tirato in sole 1.000 copie.
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Svelato il film a sorpresa del
62. Festival di Venezia: si tratta di
Takeshis di Takeshi Kitano, l'amatissimo autore giapponese, già vincitore del Leone d'Oro con Hana-bi, mentre l'altro film passato oggi in concorso è l'americano
Brokeback Mountain del taiwanese Ang Lee.
Due film completamente diversi l'uno dall'altro: da un lato l'
Otto e mezzo di Kitano, un film costruito esclusivamente sul proprio privato e sulla messa in scena delle proprie ossessioni; dall'altra un melò degno di Douglas Sirk, una grande storia d'amore gay, tra atmosfere western.
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Inaugurato il concorso della
62. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica. Due i film presentati oggi, nei pregiudizi e nei luoghi comuni uno l'opposto dell'altro: da un lato
Manoel de Oliveira, novantenne maestro del cinema portoghese, dai ritmi calmi e seducenti, dall'altra
George Clooney, icona del cinema americano impegnato e di qualità, dai ritmi più mainstream e attento al grande pubblico. La
Mostra del Cinema, insomma, dà fin dall'inizio il segnale di voler abbracciare, contro tutte le polemiche, ogni forma di cinema.
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Si è uffcialmente aperta la
62. Mostra del Cinema di Venezia con una spettacolare festa realizzata in onore del film d'apertura
Seven Swords di Tsui Hark.
Alla festa, a cui hanno partecipato circa mille invitati, è stata offerta una cena che univa il meglio della tradizione gastronomica occidentale a quella orientale. Punti forti del menù della serata sono stati gli Astici alla Parigina e l'Anatra di Pechino con carni miste e peperoni. La serata si è conclusa con un grandioso spettacolo di fuochi d'artificio di fronte all'Hotel Excelsior.
Chi è rimasto in sala invece ha potuto assistere alle immagini di
Seven Swords, il wuxia che quest'anno ha l'onore di aprire le danze di questo Festival di Venezia. Il film ripropone un classico della letteratura cinese di Liang Yu-Shen, e porta sulla schermo la Cina del 1660, quando i manciuriano stavano per salire al potere e dare inizio alla dinastia Ching.
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Alla vigilia del centenario dalla nascita del regista
Luchino Visconti, la
Fondazione La Colombaia, storica residenza estiva del Maestro e oggi centro di formazione per le arti e lo spettacolo, ha presentato, nella giornata di apertura della
62. Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, la prima edizione del
Festival Visconti.
Nel corso della confernza stampa di presentazione, svoltasi sulla Terrazza dell'Hotel Excelsior, il Presidente della Fondazione e Sindaco di Forio, Francesco Regine, ha evidenziato come la scelta di un Festival rappresenti un punto di incontro tra cinema e territorio. Da quest'anno il
Premio Internazionale dedicato al Maestro, giunto alla sua quarta edizione, avrà una risonanza maggiore e il Festival consacrerà la Colombaia come principale luogo della memoria viscontiana.
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Il
62. Festival di Venezia si apre all'insegna dell'oriente. Film d'apertura è infatti
Seven Swords, un wuxia (film di cappa e spada cinese) firmato dall'eclettico Tsui Harka e la tradizionale festa offerta dalla Biennale presenterà un doppio menù a base di cibi occidentali e delle migliori specialità cinesi.
Intanto i controlli per la sicurezza si sono fatti più serratti, senza però far perdere il buonumore ai festivalieri presenti al Lido. Gli ingressi che seperano il mondo reale dagli spazi della Mostra sono già stati ribattezzati le porte di Brandenburgo del Lido e si parla in allegria di una Berlino Est e una Berlino Ovest in salsa veneziana.
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Tra imponenti misure di sicurezza la
62. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica si appresta a prendere il via domani sera. Intorno alla zona del Festival di Venezia, dal Palazzo del Cinema fino al Casinò, è stato montata una cintura di sicurezza, lasciando pochi varchi sorvegliati da metal detector.
Il nuovo impianto anti terrorismo non sembra però preoccupare più di tanto i numerosi festivalieri che si stanno radunando negli spazi del Lido, in attesa dell'apertura del Festival domani con
Seven Swords del funambolico Tsui Hark.
Venti i film in concorso, diciannove fuori concorso e diciasette nella sezioni orizzonti, questi i numeri di quest'edizione della Mostra, che si preannuncia come una delle più spettacolari e ricche di qualità.
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Il
Boston Herald, nella sua edizione online, segnala come mai come quest'anno Hollywood abbia un occhio di riguardo nei confronti della
Mostra del Cinema di Venezia.
Ben nove, infatti, saranno le anteprime mondiali che si svolgeranno al Lido e le major considerano Venezia come punto di partenza per la battaglia degli Oscar. Una cattiva accoglienza qui, infatti, potrà costare caro tra otto mesi.
I magnifici undici che vedranno la luca nel corso della 62. Mostra sono il
Casanova di Lasse Hallstroem, con Heath Ledger, la seconda prova da regista di George Clooney,
Good Night, and Good Luck,
Brokeback Mountain di Ang Lee,
Elizabethtown di Cameron Crowe con Orlando Bloom e Kirsten Dunst,
Everything Is Illuminated con Elijah Wood,
Corpse Bride di Tim Burton e Mike Johnson,
Proof di John Madden, con Gwyneth Paltrow e Anthony Hopkins,
Romance and Cigarettes di John Turturro e
Bubble di Steven Soderbergh.
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E' on line, sul sito della Biennale Cinema, il
programma delle proiezioni giorno per giorno della
62. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. Film d'apertura, annunciato mesi fa, il wuxia
Seven Swords di Tsui Hark. Il concorso aprirà invece il primo settembre, con
Espelho Magico di Manoel de Oliveira e prosegue a ruota, senza camera di decompressione, con
Goodnight. And, Good Luck di George Clooney. Se c'è una cosa di cui è capace un Festival come Venezia è di racchiudere pressochè tutto l'universo cinematografico nello spazio tra due proiezioni. De Oliveira e Clooney sono lo zenith e il nadir dello stesso mondo e Venezia sta lì a dimostrarci come possano armoniosamente andare a braccetto. In ogni caso il sicuro cambio di ritmo e d'impostazione tra i due film, messi in programma uno immediatamente dopo l'altro, farà una prima scrematura tra i festivalieri meno preparati e con il minor allenamento.
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The Descent di Neil Marshall e
Veruschka di Paul Morrissey e Bernd B??hm completano il programma della
62. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.
Secondo film di chiusura della sezione Fuori concorso, insieme a
Perhaps Love di Peter Ho-sun Chan, sar?�
The Descent di Neil Marshall, considerato dalla critica uno dei migliori horror inglesi di tutti i tempi. Opera seconda del regista del fortunato
Dog Soldiers (2002), terrificante avventura licantropa di sei militari,
The Descent ha un cast interamente femminile.
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La Biennale di Venezia annuncia le tre giurie internazionali delle sezioni
Orizzonti,
Corto Cortissimo e
Premio Luigi De Laurentiis per un'opera prima della
62. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica (31 agosto - 10 settembre 2005), proposte dal Direttore Marco Müller e accolte dal Cda presieduto da Davide Croff.
La giuria internazionale di
Orizzonti, sezione che intende fare il punto sulle nuove linee di tendenza del cinema, presieduta da uno degli artisti italiani più marcati dal rapporto con il cinema, il grande
Mimmo Rotella, e composta inoltre da
Isabel Coixet (Spagna, regista),
Jean-Michel Frodon (Francia, critico cinematografico),
Valerio Mastandrea (Italia, attore),
Shinya Tsukamoto (Giappone, regista), assegnerà senza possibilità di ex-aequo il Premio Orizzonti e il Premio Orizzonti Doc per il miglior documentario.
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