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•• 13.11.03 ••
44° Festival dei Popoli

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Nato nel 1959, il Festival dei Popoli di Firenze, vive negli ultimi anni un profondo mutamento della propria missione. Pensato infatti come momento di riflessione su realtà, culturali e geografiche, lontane per il pubblico italiano dell'epoca, il Festival dei Popoli si trova oggi in una realtà in cui quei popoli, che per tanti anni ha aiutato a conoscere, vengono a stretto contatto con noi. Da finestra su realtà lontane insomma, il Festival si sta ripensando come ponte tra realtà vicine e diverse. Sotto la luce di questi cambiamenti si aprirà il 28 novembre la 44° edizione del Festival dei Popoli.

Dedicato come sempre al documentario sociale il Festival dei Popoli proporà, attraverso il concorso internazionale, al proprio pubblico i lavori più rappresentativi del panorama mondiale. Alla produzione italiana è dedicato il Concorso Nazionale, teso a valorizzare una produzione in costante crescita da molti anni a questa parte.


Tema di quest'edizione sarà l'acqua. Una scelta non casuale. Il 2003 è stato infatti dichiarato dalle Nazioni Unite Anno Internazionale dell'Acqua. Bene comune, da molti dato per scontato, l'acqua è oggi per molte zone del mondo un problema prioritario e la lenta, ma costante, desertificazione del territorio europeo inizia a proporre il problema anche al di qua del mare. La programmazione del festival non solo proporrà, all'interno della sezione Madame l'eau - Storie d'acqua documenti provenienti dai paesi in cui il problema dell'acqua è più urgente, ma affronterà l'argomento da molteplici punti di vista: storico, antropologico, cinematografico, sempre nel quadro delle riflessioni attuali, sia attraverso documentari sia presentando fiction particolarmente significative.

Insieme al dovuto omaggio a Joris Ivens con Niewe Gronden (Nuove terre - Paesi Bassi, 1934), in cui Ivens esalta poeticamente il confronto tra il lavoro dell'uomo e la forza della natura durante la realizzazione della diga dello Zuiderzee in Olanda, non senza preoccuparsi delle implicazioni politico- economiche; tra i titoli figura anche Drowned Out (Sommersi - UK-India, 2002) di Franny Armstrong, sulla disperata resistenza degli abitanti del villaggio di Jalsindhi, nell'India centrale, di fronte all'allagamento delle proprie abitazioni a causa della costruzione della diga Narmada: il documentario ha raccolto anche la preziosa testimonianza della scrittrice indiana Arundathi Roy. Un'attenzione particolare è riservata, inoltre, all'Africa come in Madame l'Eau (La signora acqua - Nigeria-Paesi Bassi, 1992) di Jean Rouch, maestro del cinema documentario, che racconta la storia di Damouré, Lam, Tallou, agricoltori nigeriani rovinati dalla siccità, e di come, dopo un viaggio in Olanda, proveranno a costruire un mulino a vento sul bordo del Niger per irrigare i campi. Non è trascurato il potenziale culturale e antropologico del tema: il viaggio sul Gange che percorriamo in Ganga (India, 1985) di Viswanadhan (film vincitore del Festival dei Popoli 1987), alla ricerca di immagini, suoni, colori e storie, ben esemplifica quello sguardo al contempo culturale, storico, sociologico, antropologico, che ha da sempre caratterizzato l'anima del Festival dei Popoli.
Mercoledì 3 dicembre (dalle ore 10.00), presso l'Auditorium Stensen, il discorso sul Diritto all'Acqua viene svolto anche attraverso una tavola rotonda, che si propone il compito di riassumere i lavori di un anno di discussioni, incontri, dibattiti. Tra i relatori invitati anche le giornaliste Sabina Morandi (giornalista scientifica free-lance) e Sabrina Sganga (Controradio - Popolare Network) e Tommaso Fattori del Forum mondiale alternativo dell'acqua, mediatore della discussione il giornalista di Diario della settimana Mario Portanova. Verranno, inoltre, proiettate alcune interviste realizzate a marzo durante il Forum Alternativo dell'acqua: tra queste la testimonianza di Riccardo Petrella, presidente del Contratto Mondiale dell'acqua. Ospite d'eccezione il fotografo e documentarista Hugues Fontaine, autore del film La roue (1989) incluso in questa sezione e del reportage Euphrate: le pays perdu (ed. Acted Sud 2000), di cui verrà presentata una selezione di fotografie nel corso del festival.


Nel corso della tavola rotonda (ore 17.45) condotta da Peppino Ortoleva e intitolata Fotografia, cinema, video: i tanti media dell'inchiesta saranno messi a confronto tre diversi mezzi di informazione: la fotografia (attraverso una mostra fotografica di Paolo Woods), il giornalismo stampato (con le testimonianze di Serge Enderlin e Serge Michel) e il cinema, con tre documentari dedicati ad altrettanti fotoreporter di guerra: Reporter Vermisst (Reporter scomparso - Germania, 2003) del tedesco Johann Feindt, ambientato nel 1970 durante la guerra nel sud-est asiatico, protagonista il fotografo di guerra Gilles Caron, che il 4 aprile lascia Phnom Penh per recarsi sul luogo dei combattimenti, da cui non farà più ritorno. Miguel në terren (sobre el terreny) (Miguel sul campo - Spagna, 2003) di Enric Miró e Lluís Jené (ore 16.10): nel 1993, Miguel Gil lascia il suo tranquillo lavoro da avvocato per andare in Bosnia, dove imperversano gli scontri con i Serbi. Da quel momento inizia la sua carriera di corrispondente di guerra. Sempre in condizioni estreme, Gil passa dal Kossovo alla Cecenia, all'Africa, dove morirà, ucciso in un'imboscata in Sierra Leone. Dedicato all'amore per la documentazione, anche a rischio della propria vita è anche Robert Capa in Love and War (Robert Capa in amore e in guerra - USA, 2003) dell'americana Anne Makepeace; slancio vitale e irrequietezza hanno spinto Capa a documentare il Novecento, sempre in prima linea.


In Il Presente Documentato si cercherà di guardare con altro occhio, più attento, più indagatore, alle dinamiche dell'attualità, delle questioni sociali contemporanee, ai mutamenti in corso.

Quest'anno la sezione si articola su due linee tematiche: la prima, intitolata Le guerre infinite, presenta testimonianze provenienti dai luoghi più martoriati del mondo, la seconda, I diritti negati, è dedicata alla salvaguardia dei diritti umani. Tra i film presentati Afghan Massacre (UK, 2002), alla presenza del regista Jamie Doran, sulla deportazione e lo sterminio di migliaia di prigionieri che si sono arresi agli afgani alleati dell'America dopo l'assedio di Kunduz. Baghdad On/Off (Francia, 2002), di Saad Salman: dopo venticinque anni di esilio trascorsi a Parigi, il regista iracheno Salman riceve la notizia che sua madre ha bisogno di una visita specialistica e parte per Baghdad, ancora sotto il controllo dell'esercito iracheno. Nel corso del viaggio attraverso i campi profughi curdi ha realizzato questo road movie, che parla delle miserie della guerra, ma anche delle tradizioni di un popolo. Ford Transit (Paesi Bassi, 2002) di Hany Abu-Assad mostra come la vita di un giovane tassista palestinese può scorrere su strade davvero pericolose. Politici, giornalisti e gente comune, passeggeri del taxi, parlano di un territorio tra i più martoriati del mondo. Al-Jazeera Exclusive (Esclusiva Al-Jazeera - UK, 2003) di Ben Anthony (il regista sarà presente): durante la guerra in Iraq, una troupe della BBC segue il lavoro della televisione araba Al-Jazeera. Il non allineamento della rete satellitare, la espone alla condanna del governo iracheno; la situazione precipita quando l'ufficio di Baghdad è colpito da missili americani, un inviato muore e la libertà di informazione di Al-Jazeera è messa tragicamente alla prova.


In occasione del prossimo allargamento dell'Unione Europea, ai paesi dell'Est verrà dedicato, a partire da quest'anno, uno spazio di approfondimento. In questa edizione ci si concentrerà sulla Polonia.

Non è solo la realtà contingente e immediata a trovare spazio al Festival dei Popoli. Uno spazio sarà dedicato al Filmare la Musica e Filmare il Teatro. Nel primo caso si cercheranno nuovi modi di raccontare la musica, una forma di comunicazione che per molti riveste ancora un mando di mistica e impenetrabilità. Attraverso nuovi modi di raccontarla si cercherà di svelare qualcosa che, probabilmente, è molto meno complesso di quanto non sembri. Nel secondo caso invece si cercherà di raccontare il teatro in tutte le sue espressioni: dalla prosa alla danza, dal repertorio tradizionale all?anguardia. Punto di riferimento saranno le esperienze del Teatro Metastasio stabile della Toscana e quelle dei giovani registi della scuola di cinema Anna Magnani di Prato.


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