Il prossimo 13 novembre il Torino Film Festival entra nel suo terzo decennio di vita. Vent'anni che lo hanno visto crescere da Festival per giovani autori, fino a diventare uno degli appuntamenti più attesi per cinefili e appassionati di cinema. Torino ha negli anni sviluppato infatti una doppia vocazione: da una parte non è mai venuta meno la voglia di scoprire nuovi, giovani autori (di qui sono passati, ancora sconosciuti, Bryan Singer, Amos Gitai, Alexander Payne), dall'altra Torino si è fatto carico di riscoprire o omaggiare grandi autori del passato e cinematografie dimenticate (basta ricordare, solo negli ultimi anni, le completissime retrospettive dedicate a John Carpenter, George A. Romero, Manoel De Oliveira e James Toback, e la stupefacente rassegna del cinema egiziano). Torino è diventato insomma un appuntamento irrinunciabile e l'appuntamento del 2003, diretto da quest'anno da Giulia D'Agnolo Vallan e Roberto Turigliatto, si presenta ricco e dettagliato come sempre.

A fianco del tradizionale concorso lungometraggi, dedicato a giovani autori, viene confermata la presenza del Concorso Spazio Italia, vetrina dedicata al cinema italiano indipendente e sperimentale e del Concorso Doc 2003, a dimostrare il sempre più crescente interesse di pubblico e adetti ai lavori al genere documentario.

Attesissimo lo spazio Americana, un must per il festivaliero a Torino. La sezione dedicata al cinema americano, curato negli scorsi anni dal neodirettore Giulia D'Agnolo Vallan, offre quest'anno, oltre alla scoperta di singoli titoli, una retrospettiva dedicata a Stan Brakhage, con materiale inedito per l'Italia, e un omaggio al noir metropolitano, con una selezione di titoli di Robert Aldrich, Don Siegel, Richard Fleischer e Samuel Fuller.

Continuando nella sua tradizione di riscoperta delle opere di grandi autori le retrospettive 2003 del Festival sono dedicate a William Friedkin, Aleksandr Sokurov, Stavros Tornes. Friedkin, di cui verranno mostrati trenta titoli, compresi documentari inediti e una sua intervista a Fritz Lang, montata appositamente per il Festival di Torino, è uno dei massimo autori del cinema americano degli ultimi trent'anni. Con il suo sguardo freddo e lucido è passato dal genere horror fino al noir metropolitano, da L'Esorcista, la cui copia restaurata venne presentata proprio qui a Torino, fino a Il braccio violento della legge e Vivere e morire a Los Angeles.

Di Alexander Sokurov, verranno presentati, oltre ai titoli già passati ai festiva e più conosciuti dal pubblico italiano, come Molok, Taurus e Arca Russa, tutta la produzione, a partire da Elegia del 1985.

Stavros Tornes, cineasta greco e italiano è il titolo della terza retrospettiva che si ripromette di riscoprire la grandezza di un autore che è stato definito il segreto meglio celato del cinema europeo.
Imperdibile infine l'omaggio a Kenji Fukasaku, scomparso all'inizio del 2003. Regista misconosciuto in Occidente, del tutto ignoto in Italia, grande maestro di Yakuza film, il cui tratto "pulp" gli ha valso in patria la fama di autore pericoloso. Pericoloso, e molto controverso, è stato definito il suo Battle Royale (2000) interpretato da Takeshi Kitano; diventato rapidamente un film di culto. È toccato al figlio Kenta - il padre moriva durante le riprese - terminarne il sequel Battle Royale II, attuale campione d'incassi in Giappone.